giovedì 24 marzo 2016

#Homework 7



La MACCHINA nei LIBRI:

dalla realtà alla immaginazione

Tre esempi di macchina in tre diversi racconti tratti dal libro di Primo Levi “Vizio di Forma”; tre esempi molto diversi tra loro: una macchina reale e a noi conosciuta, una macchina fantascientifica e una macchina partorita dall’invenzione di un bambino cattivo.
 





1971-1987 Giulio Einaudi editore s.p.a., Torino




Una macchina del presente 


– dal racconto Vilmy


“Dalla tenda balzò sulla pendola, vi si accucciò sopra, e rimase intenta ad ascoltare il lento ticchettio. – Sono affascinati dagli orologi, – disse Paul: - non so perché. Anche quella che avevo prima…”

Nel racconto viene rappresentata la Vilmy, un animale di sesso femminile, il cui latte crea una forte dipendenza nell’uomo. Dopo il primo assaggio, il diabolico animale diventa indispensabile per gli addict del suo latte: la loro vita si trasforma in una fuga contro il tempo per poter continuare a procurarsi un esemplare in salute e potersi nutrire del liquido prezioso. La macchina qui è la rappresentazione di quel tempo che passa troppo veloce e da cui, quasi a sfregio, le Vilmy sono tanto attratte.




Una macchina del futuro  


– dal racconto Knall


“In questo paese non è la prima volta che avviene qualcosa di simile: un’usanza , o un oggetto, o un’idea, raggiungono in poche settimane una diffusione pressoché universale senza che i giornali o i mass-media se ne occupino oltre misura. […] Non si sa chi lo abbia inventato, ma a giudicare dal suo prezzo, non deve contenere né materiale prezioso, né molta altezza inventiva né molto software. […] Il Knall è indubbiamente un strumento funzionale: non è metallico e quindi non è rilevato dai comuni strumenti magnetici né dai raggi X; pesa e costa poco; ha azione silenziosa, rapida e sicura; è molto facile disfarsene”

Il racconto descrive il Knall una macchina micidiale che permette attraverso ad un meccanismo misterioso di uccidere all’istante la persona contro cui viene premuto. La descrizione della macchina è sarcastica e distaccata, come se fosse un generico oggetto di consumo, fino a risultare grottesca.  Attraverso al Knall, l’autore esprime una critica velata contro la società contemporanea.




Una macchina di fantasia  

– dal racconto I sinteitci


“Bene, è così che è nato Mario, e diversi altri come lui. Non è nato in ospedale, ma in un laboratorio: l’ho visto una volta alla televisione. E’ in America, ma fra un poco ne faranno anche uno qui da noi: è una specie di incubatrice, come quelle per i pulcini, con dentro tante provette, e i bambini stanno nelle provette; a mano a mano che crescono le cambiano, ne prendono di quelle più grosse. Poi ci sono delle lampade ultraviolette e di diversi colori, se no i bambini riescono ciechi, e…”

A parlare è Renato, un bambino di 10 anni. La sua descrizione attenta e visibilmente inventata della macchina “crea bambini” è il pretesto per iniziare a discriminare un suo compagno di classe; il compagno più timido e schivo che tutti già considerano strano e che renato sostiene essere un bambino “sintetico”.

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